🇮🇹 Viaggia con leggerezza: pianifica solo ciò che è indispensabile
Programmare un viaggio provoca un mix di emozioni talvolta tra loro anche contrastanti: felicità, eccitazione e gioia, che a loro volta si amalgamano a quell’ansia che si prova nel momento in cui si decide di andare oltre la propria comfort zone. Queste sensazioni, poi, vengono ancor più amplificate quando si decide di partire verso località dove ci si confronta con un tenore di vita che diverge totalmente da quello delle aree economicamente più sviluppate del mondo.
Viaggiare e allo stesso tempo andare oltre la propria comfort zone vuol dire condividere ogni momento con le persone del posto, lasciandosi coinvolgere dalle abitudini e dalle tradizioni locali. Prima di partire per la Tanzania ho promesso a me stesso che mi sarei lasciato totalmente trasportare dal contesto. Ho promesso a me stesso che non sarei stato una roccia che si sarebbe opposta al flusso del fiume ma, al contrario, avrei fatto in modo di scorrere con esso. Fortunatamente, grazie alla famiglia tanzaniana che mi ha ospitato e alle fantastiche persone che ho incontrato sul posto, in pochissimi giorni (uno o due al massimo) ho lasciato che la leggerezza si impadronisse di me per poi scorrere insieme al flusso del viaggio.
Appena salito sull’aereo che da Roma mi avrebbe poi portato nel cuore dell’Africa dopo due lunghi scali, non avevo idea di ciò che avrei trovato davanti ai miei occhi. Avevo solo contezza dei luoghi comuni che costantemente si apprendono dopo aver ascoltato le parole di coloro che non hanno mai avuto il coraggio di spingersi oltre il giardino della propria casa. Con ciò non voglio dire che quanto si ascolta in televisione o si legge sui giornali non corrisponde al vero; tuttavia l’ansia per ciò che è nuovo o diverso tende ad esasperare ogni criticità. Le uniche informazioni sulla Tanzania, che non sono poi sfociate nella negatività più estrema, le ho ricavate da chi aveva già viaggiato in solitaria verso nuove realtà con una forte predisposizione verso le novità oppure da chi aveva già affrontato esperienze simili a quella che ho vissuto io ad Arusha.
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| Un tramonto offerto dalla città di Moshi con vista sul monte Kilimangiaro. |
È un peccato dover constatare che in Italia le persone che non si lasciano sopraffare dai luoghi comuni (soprattutto per quel che riguarda i viaggi) si contano sulle dita di una mano. Oltre le Alpi, infatti, a venti o ventidue anni i ragazzi hanno già affrontato le esperienze di viaggio più disparate, perché educati a non ancorarsi al nido della propria comfort zone. Ecco perché mi auguro che questo blog possa essere di aiuto a chi vorrebbe tanto viaggiare o vivere esperienze di volontariato che poi non riesce a tradurre in concretezza perché travolto dalla paura.
A te che stai leggendo, ti invito a non assecondare chi trasmette solo ansia e preoccupazione; ascolta, invece, chi alle raccomandazioni accompagna delle soluzioni che non spengano il tuo entusiasmo, ma che ti aiutino a vivere l’esperienza di viaggio in totale serenità.
Nel titolo di questo post ho adottato il verbo “Pianificare”. La verità è che, durante l’organizzazione di un viaggio, va pianificato solo ciò che è indispensabile. Ecco per me cosa va programmato prima di partire per una nuova meta:
A) I voli. La pianificazione dei voli è necessaria se si vuole risparmiare sui costi davvero esorbitanti proposti nel 2023 dalle compagnie aeree. Tuttavia, se non hai modo di pianificare i voli con largo anticipo, vuol dire che è arrivato il momento di partire per un lungo viaggio on the road;
B) L’alloggio nei periodi di alta stagione. Non pianificare l’alloggio nei mesi di dicembre, luglio e agosto nelle località più frequentate dai turisti può comportare il rischio di non trovare alcun posto dove poter dimorare a causa delle tante richieste;
C) Non portare con te molti oggetti; viaggia solo con uno zaino; sii minimalista. Impara a selezionare e a portare con te solo ciò è realmente necessario. Ad esempio, potresti non portare con te un mucchio di vestiti. Potrebbero bastarti due o tre ricambi da lavare ciclicamente in una lavanderia a gettoni oppure a mano dopo aver acquistato un sapone solido. Non hai bisogno di trucchi, profumi e tanti prodotti per l’estetica. Durante un viaggio minimalista il tuo volto sarà talmente rilassato, privo di occhiaie, appagato e caratterizzato da sorrisi tanto sentiti quanto sinceri da non rendere affatto necessario ciò. Tanti oggetti ti rendono schiavo; il minimalismo in viaggio, invece, ti rende libero.
D) Porta con te un marsupio portasoldi dove riporre tutti i documenti indispensabili per il viaggio; custodisci poi il marsupio in questione sotto gli abiti che indossi (preferibilmente sotto i pantaloni) e non tirarlo mai fuori in aree dove è consigliata particolare cautela. Infine, conserva una carta prepagata e qualche contante nel portafoglio che usualmente utilizzi per perfezionare gli acquisti. Questo suggerimento mi è stato fornito da una persona i cui preziosi consigli mi sono stati molto utili in Tanzania. Ne approfitto pertanto per ringraziarla nuovamente.
Per quel che riguarda il resto lascia che siano il viaggio stesso e le persone che incontri lungo il tuo cammino a fare la differenza. Non programmare altro e non avere la presunzione di poter controllare tutto. In tal modo l’esperienza di viaggio non sarà connotata da preoccupazioni bensì da tanta leggerezza e serenità. È ciò di cui hai bisogno quando vivi in un contesto estremamente frenetico come quello europeo.
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| Sconfiggere la povertà non è un atto di carità, è un atto di giustizia. Aiuta anche tu gli studenti della Ejo's School di Arusha. |
I viaggi più intensi che ho vissuto sono quelli dove ho programmato il meno possibile. Mi riferisco all’Albania, dove avevo pianificato di alloggiare per tre notti a Tirana per poi disdire la prenotazione dell’ostello appena un’ora prima del check-in. In quel momento il richiamo del mare fu davvero troppo insistente. Pertanto, dopo aver disdetto la prenotazione dell’ostello in questione, decisi di salire sull’unico pullman notturno diretto verso Saranda.
Mi riferisco alla Tanzania, dove mi sono affidato all’incertezza, al mio istinto nonché ai consigli e alle raccomandazioni della gente del posto. Ciò mi ha portato a incontrare persone a cui ho riservato un posto speciale nel mio cuore e nella mia memoria: Conjepta, Marko, Mery, Fatouma, Angel, Eliza, Patrick, Ben, Tyson, Sarah, Louis, Hassan, Ali, Ignasio, tutti gli studenti della class 4 della Ejo’s Primary School di cui ricordo ancora i nomi (Iqra, Esther, Daniel, Loreen, Shine, Johnson, Purity, Abigael, Angel, Gladness) e molte altre persone i cui nomi al momento mi sfuggono (mi riferisco in particolare a tutti coloro che frequentano costantemente la Ejo’s school, la Conjepta’s house e la libreria ubicata nel quartiere Sanawari ad Arusha). La poca programmazione ha dato un tocco di imprevedibilità a tutto ciò che i miei occhi hanno ammirato in Tanzania: dai paesaggi mozzafiato del Serengeti National Park e dello Ngorongoro Crater, che pensavo fosse possibile vedere solo nel film “Il Re Leone”, alle limpide acque del Chemka Hot Springs Campsite nella regione del Kilimangiaro, dove ho nuotato costantemente in compagnia di piccole creature acquatiche che mi solleticavano continuamente i piedi; dai mercati frequentati dalla gente del luogo a una strada di Moshi priva di turisti dove ho goduto della vista del monte Kilimangiaro al tramonto; dai caratteristici portoni di Stone Town ai pasti spesso condivisi con i gatti zanzibarini; dalle gigantesche tartarughe di Prison Island ai mastodontici baobab; dall’alba sul mare contemplata ogni mattina dalla spiaggia di Jambiani ai regolari bagni nelle incantevoli acque dell'Oceano Indiano; dai sapori dello street food zanzibarino alle acque di Mtende Beach, dove ho avuto la fortuna di camminare di fianco alla barriera corallina grazie alla bassa marea; dai viaggi nei caratteristici Dala Dala presi d’assalto dalle persone del luogo alla mia prima volta in moto. Insomma, potrei indicare le attività più disparate, molte delle quali potevano essere pure programmate con largo anticipo. Tuttavia andare a visitare un luogo senza avere la minima idea di ciò che si porrà davanti ai tuoi occhi e delle emozioni che proverai rende quei momenti e quei luoghi ancor più autentici oltre che indimenticabili.
La cultura del “pianificare tutto” è tipica di una società che non conosce equilibri e che presuntuosamente ritiene di poter controllare tutto. Se ti liberi di questa forma mentis, ti garantisco che i tuoi viaggi saranno privi di stress e ricchi di imprevedibilità.
Può sembrare assurdo ciò che stai leggendo ma ti consiglio vivamente di fare un tentativo. Dopo aver letto questo post, decidi in che giorno partire con il tuo zaino verso un luogo a te ignoto in grado di trasmetterti curiosità. Durante il viaggio libera la tua mente da ansia e preoccupazioni. In quei giorni non essere schiavo di alcun oggetto. In quei giorni lascia che il presente sia la tua unica priorità.
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| Ciao, sono Leopoldo Lagrimosa. È un piacere averti sul mio blog. |





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